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L'OLIO DI CANOLA PUÒ ESSERE NOCIVO AL CERVELLO

16/1/2018

 
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Secondo i principali mezzi di communicazione, l'olio di canola sarebbe un'alternativa economica all'olio extravergine di oliva. Essendo composto primariamente da grassi monoinsaturi (come l'olio d'oliva), esso viene rilasciato come un olio alimentare "sano" senza effetti dannosi sul corpo.
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Ma lo sarà davvero? Considerando che molte delle informazioni che arrivano dai big media vengono influenzate da potenti campagne di marketing (finanziate da determinati gruppi economici), forse dovremmo chiederci se l'olio di canola non sarebbe parecchio meno sano di quanto non sia pubblicizzato ai consumatori?
Bene, un nuovo studio scientifico è venuto a sostegno di alcuni sospetti, più specificamente per quanto riguarda la salute del cervello e la probabilità di malattie come il morbo di Alzheimer.

Animali da laboratorio sono stati divisi in due gruppi e seguiti per 6 mesi: il primo gruppo riceveva un'alimentazione regolare, mentre il secondo aveva la sua alimentazione completata con olio di canola. I risultati della ricerca, condotta da scienziati della Facoltà di Medicina della Temple University (Philadelphia, USA), sono stati pubblicati a dicembre/2017.
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Temple University School of Medicine
È stato trovato che[1]:
  • gli animali nutriti con olio di canola avevano la memoria ridotta e una capacità di apprendimento inferiore;
  • i cervelli degli animali nutriti con olio di canola hanno mostrato evidenza biochimica di ridotta integrità sinaptica (contenevano piccole quantità di una proteina vitale per le sinapsi del cervello).

​CANOLA = CANadian Oil Low Acid

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Contrariamente a quanto molti pensano, non esiste nessuna specie vegetale naturale chiamata canola.

Ciò che esiste in natura è una pianta chiamata colza (brassica napus), da cui viene estratto un olio contenente elevate quantità di acido erucico. Il problema è che l'acido erucico influisce negativamente sul metabolismo del cuore[2], rendendo l'olio di colza inappropriato per il consumo alimentare.
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Per evitare questo problema, delle ricerche di modificazione genetica effettuate in Canada hanno sviluppato varianti ibride della colza contenente non più del 2% di acido erucico. È da questi organismi geneticamente modificati (OGM), e non dalla colza, che l'olio di canola viene estratto.

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In questo modo, la parola "canola" è in realtà un acronimo che significa "olio canadese a basso contenuto di acido".
Ma... come mai quest'olio sviluppato in Canada e ottenuto attraverso la lavorazione di OGM è riuscito ad entrare in scena come il protagonista della dieta di milioni di persone in tutto il mondo?

Interessi economici

Dagli anni '80 in poi, sempre più studi hanno iniziato a presentare prove che contraddicevano la precedente tesi (erroneamente) promossa dall'American Heart Association che gli oli polinsaturi, come quelli di mais e di soia, erano buoni per la salute umana (per una comprensione più approfondita di questi oli, clicca qui).

​Tuttavia, iniziare a promuovere l'assunzione di grassi veramente salutari come gli oli di oliva e di cocco non sarebbe redditizio per il settore agroindustriale statunitense. Fu lì che la sua ingegnosità commerciale entrò in azione promuovendo un nuovo olio "sano" prodotto in Nord America, ricco di grassi monoinsaturi e contenente quantità significative di omega-3.
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L'industria è stata furba ad approfittare della crescente preoccupazione delle persone con una dieta sana, confrontando i presunti benefici dell'olio di canola con quelli già provati dell'olio d'oliva. Dopo tutto, l'olio extravergine d'oliva è molto più costoso, anche se l'olio di canola è più costoso degli oli polinsaturi: un buon affare... per i produttori!

Scienza

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Prof. Domenico Praticò (Temple University)
Ma lo studio recentemente pubblicato dagli scienziati della Temple University getta un vero secchio di acqua fredda alla pretesa dei promotori dell'olio di canola (grassetto nostro)[1]:
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"Negli ultimi anni, il consumo di olio di canola è aumentato a causa del costo inferiore rispetto all'olio d'oliva e della percezione che ne condivide i benefici per la salute. Tuttavia, non sono disponibili dati sull'effetto dell'olio di canola nella patogenesi della malattia di Alzheimer."
"I nostri risultati non supportano un effetto benefico del consumo cronico di olio di canola su due importanti aspetti della fisiopatologia della malattia di Alzheimer, che comprendono carenze di memoria e integrità sinaptica. Sebbene siano necessari ulteriori studi, i nostri dati non giustificano l'attuale tendenza alla sostituzione dell'olio d'oliva con l'olio di canola."
In un'intervista, il capo ricercatore Domenico Praticò (professore nei dipartimenti di Farmacologia e Microbiologia) ha aggiunto[3]: "Sebbene l'olio di canola sia un olio vegetale, dobbiamo stare attenti prima di dire che è sano. In base alle evidenze tratte da questo studio, l'olio di canola non dovrebbe essere considerato equivalente a oli con benefici per la salute comprovati."

Olio d'oliva e olio di cocco: vera salute

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È degno di nota che questo stesso team di scienziati della Temple University aveva già studiato gli effetti dell'olio extravergine di oliva sulla salute del cervello, ottenendo risultati completamente diversi da quelli dell'olio di canola.

In uno studio pubblicato nel giugno/2017, il team guidato dal Dr. Praticò ha scoperto che il consumo di olio extravergine di oliva protegge la memoria e la capacità di apprendimento, e riduce la formazione di alcune placche e grovigli neurofibrillari nel cervello che sono marcatori diagnostici classici della malattia di Alzheimer[4].
E i ricercatori sono andati ancora oltre, identificando i meccanismi alla base degli effetti protettivi dell'olio extravergine di oliva: "Abbiamo scoperto che l'olio d'oliva riduce l'infiammazione cerebrale, ma soprattutto attiva un processo noto come autofagia", ha commentato Praticò[5]. L'autofagia è il modo in cui le cellule eliminano determinati detriti intracellulari e tossine che potrebbero innescare effetti nocivi, come il morbo di Alzheimer.
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Per quanto riguarda l'olio di cocco, i suoi numerosi benefici per la salute includono effetti positivi sul funzionamento del cervello: studi clinici hanno già dimostrato la sua efficienza cognitiva nei pazienti Alzheimer. Ricercatori dell'Università Cattolica di Valencia (Spagna), ad esempio, hanno scoperto che i pazienti la cui dieta è stata arricchita di olio di cocco hanno avuto un significativo miglioramento delle funzioni cognitive, con particolare riferimento all'orientamento spaziale e alla costruzione del linguaggio [6,7].
I popoli del Mediterraneo e della Polinesia hanno passato letteralmente migliaia di anni a consumare, rispettivamente, olio d'oliva e olio di cocco - e godendo di ottima salute. Forse dovremmo usare la tecnologia moderna non per soddisfare determinati interessi economici (che portano sul mercato prodotti di sicurezza discutibili), ma per produrre con più sostenibilità e ancora più efficacia alimenti naturali al di là di ogni sospetto.


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REFERENZE

  1. Lauretti, E., & Praticò, D. (2017). Effect of canola oil consumption on memory, synapse and neuropathology in the triple transgenic mouse model of Alzheimer’s disease. Scientific Reports, 7(1).
  2. Heijkenskjöld, L., & Ernster, L. (1975). Studies of the Mode of Action of Erucic Acid on Heart Metabolism. Acta Medica Scandinavica, 198(S585), 75-83.
  3. https://medicine.temple.edu/news/canola-oil-linked-worsened-memory-and-learning-ability-alzheimers-disease-temple-researchers
  4. ​Lauretti, E., Iuliano, L., & Praticò, D. (2017). Extra-virgin olive oil ameliorates cognition and neuropathology of the 3xTg mice: role of autophagy. Annals of Clinical and Translational Neurology, 4(8), 564-574.
  5. https://medicine.temple.edu/news/extra-virgin-olive-oil-preserves-memory-and-protects-brain-against-alzheimers-disease-new​
  6. Yang, I., Ortí, J., Sabater, P., Cayo, A. M., Castillo, S., Rochina, M., Ramón, N., & Montoya-Castilla I. (2015). Aceite de coco: tratamiento alternativo no farmacológico frente a la enfermedad de Alzheimer. Nutrición Hospitalaria, 32(6), 2822-2827.
  7. Ortí, J., Álvarez, C., Sabater, P., Cayo, A., Castillo, S., Rochina, M., & Yang, I. (2017). Influencia del aceite de coco en enfermos de alzhéimer a nivel cognitivo. Nutrición Hospitalaria, 34(2), 352.
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